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Imprenditore Super eroe

E’ un argomento che desta molta curiosità soprattutto nei giovani imprenditori, ma è particolarmente difficile da affrontare con completezza e obiettività. C’è infatti una difficoltà oggettiva nel reperire le informazioni utili, anche perché molte biografie di persone di successo non forniscono tutti gli elementi che servirebbero a trovare dei punti in comune tra le menti degli uomini e delle donne di successo. Vista quindi la quasi impossibilità di tracciare un quadro sulle menti dei personaggi noti, in questa sede si darà qualche cenno per iniziare a capire non tanto la mente di un personaggio di successo, ma su come funziona la mente di una persona che ottiene maggiori risultati rispetto ad altri.

Determinati risultati in termini di business si ottengono con approcci e metodi diversi da persona a persona, questo è bene chiarirlo. Lo stesso approccio mentale non è mai unico, univoco. E inoltre, a complicare ulteriormente le cose, ci si mette la nozione stessa di Successo. Infatti non tutti danno al termine lo stesso significato: c’è chi lo intende come raggiungimento di una soglia di denaro, chi come notorietà. Insomma, il concetto non è uguale per tutti e c’è pure non ha nemmeno idea di cosa significhi.

Un punto in comune tra gli imprenditori di successo. Il concetto di base da cui partire nel trovare dei punti in comune sta nel fatto che l’imprenditore si apre inevitabilmente al mondo esterno nel momento stesso in cui comincia a fare impresa. Oggi, con internet, non può nemmeno nascondersi e neanche per un attimo. Dunque l’imprenditore, qualunque imprenditore, si espone al mondo con tutto ciò che ne consegue. L’imprenditore, ecco un dato comune a tutti, dovrà essere più che pronto a gestire questo momento sia nel rapporto con i clienti che con i dipendenti o i fornitori: gestire critiche, lamentele, fastidi di ogni genere…

La resistenza al dolore. A prescindere da come si realizza il successo, le persone di successo hanno un problema psicologico di fondo: l’imprenditore guadagna tanto (o comunque più del suo dipendente) non per le sue qualità e per le sue prestazioni, ma per la sua capacità di resistere al dolore. Lo dicevamo prima, avere a che fare con il mondo esterno è un problema enorme. Un esempio? Una semplice campagna di marketing, apparentemente innocua, può fare arrivare addosso all’imprenditore insulti di ogni tipo. L’imprenditore avrà a che fare con la rabbia delle persone oppure con l’invidia del concorrente, le falsità create ad arte: l’imprenditore può diventare il bersaglio di una massa variegata di persone. Anche per questo è sempre più difficile fare marketing, ma questo è un discorso a parte.

Continuando invece sul discorso della resistenza al dolore, aggiungiamo pure che il rapporto con i clienti è qualcosa di doloroso al pari di quello con i dipendenti. In quest’ultimo caso è doloroso e faticoso se non si ragione subito con determinati paletti, regole scritte e non scritte, fermezza e autorità. Altrimenti non è raro il caso il cui si tende la mano al dipendente e quest’ultimo si prende l’intero braccio. Si è alle prese con la fatica e il dolore anche quando non si ha la capacità di risolvere il rapporto con un socio improduttivo o dannoso. A volte si resta nella mediocrità perché si viene presi dall’ansia di crescere. Insomma, gli imprenditori di successo sono quelli che hanno raggiunto determinati risultati, e superiori agli altri imprenditori, avendo resistito al dolore generato dal mondo esterno. Sono considerati di successo quelli che sono stati premiati per la loro capacità di continuare ad agire in maniera lucida nonostante il dolore.

I resistenti al dolore, le caratteristiche. Imprenditori dalla personalità diversa, persone con motivazioni diverse, resistono al dolore per caratteristiche mentali peculiari. Ora entreremo nel dettaglio, analizzando in sintesi alcune delle caratteristiche comuni a persone che resistono al dolore. Alcune di queste entrano nell’elenco degli imprenditori di successo, altre non entrano in questa categoria ma fanno parte del mondo dello spettacolo per esempio. Importa poco, perché parleremo non tanto del raggiungimento del successo, di come si arriva a un determinato fatturato o status, ma della resistenza al dolore.

 

  • Le menti criminali. I criminali non hanno nessun problema a resistere al dolore. Commettono crimini, creano danno a persone o cose e non hanno problemi, rimorsi, pentimenti (non nel momento in cui delinquono almeno). La conseguenza dell’azione, anche se la conseguenza è drammatica, non è un problema per loro. Ragionano così i criminali comuni e i criminali del business (quelli che inanellano una serie infinita di truffe e/o fallimenti), gli spacciatori o i colletti bianchi corrotti o collusi.

 

I criminali, per arrivare al punto, hanno un vantaggio enorme alle persone oneste in termini psicologici: non si curano delle azioni e delle conseguenze delle azioni, vanno dritti verso l’obiettivo senza remore. Il criminale si può definire ad alto potenziale perché si ferma solo davanti alla legge e soltanto quando la legge lo conduce in carcere. Ci sono esempi di persone famose che hanno truffato per anni banche, investitori anche qualificati, persone dello spettacolo. In ogni caso il criminale raggiunge il successo finché non lo beccano. Senza parlare dei truffatori più famosi, esistono piccoli criminali nel mondo dell’imprenditoria o del marketing. Hanno preso quella strada e non è auspicabile per nessuno. C’è il carcere, lo stigma sociale una volta che la carriera criminale viene bruscamente interrotta. E inoltre Internet non dimentica, anche chi truffa verrà sempre ricordato come un delinquente.

 

  • Spettro autistico. Quello dell’autismo è un mondo molto complesso e delicato. In questa sede non ci occupiamo certo del disturbo in sé ma affronteremo alcune caratteristiche di persone affette da autismo che operano nel mondo del business in generale. Innanzitutto le persone che prendiamo in esame sono gli autistici ad alta funzionalità, che in alcuni casi vanno avanti – e bene – nella loro attività imprenditoriale. Generalmente chi è affetto da forme di autismo ha difficoltà della lettura delle emozioni del mondo che lo circonda. Sempre generalmente, ha di conseguenza una scarsa capacità empatica e una grande difficoltà a processare le emozioni. Tutto questo, nel mondo del lavoro, può essere paradossalmente un vantaggio: addirittura può anche diventare un potere perché anche se la persona mette in atto comportamenti strani, sbagliati nella pratica e/o sbagliati eticamente, non verrà toccato da una reazione negativa del cliente o delle altre persone in generale. Mentre per una persona che riesce a gestire al meglio le emozioni il giudizio altrui è fondamentale, per l’autistico ad alta funzionalità questo giudizio può risultare assolutamente indifferente. E allora, tornando al discorso sulla resistenza al dolore, l’autistico ad alta funzionalità è estremamente resistente. In più molti è iper-produttivi nel suo lavoro, iper-concentrato, maniacale e e quindi inarrestabile. Tutte queste caratteristiche sono ovviamente positive se l’attività della persona in esame non sfocia in comportamenti fuori dalla legge o dall’etica.

 

  • Disturbi della personalità. I disturbi della personalità, secondo il campo che stiamo esaminando e quindi in relazione alla resistenza al dolore (negli affari), a volte possono aiutare. Chi ne è affetto avrà certamente problemi e necessità di cure, ma nel mondo del marketing e del rapporto con le altre persone (clienti, concorrenti) questi disturbi possono offrire dei paradossali vantaggi.
  • Disturbo narcisistico della personalità. E’ molto frequente nel mondo dell’imprenditoria o tra i personaggi pubblici. Se viene sommato agli altri due aspetti, (ambito criminale o dello spettro autistico) diventa un disturbo pericoloso. Chi ne è affetto ha una immagine grandiosa di sé, mente a se stesso sopravvalutandosi. Ha inoltre un bisogno estremo di ammirazione, è sempre alla ricerca di ammirazione. E’ caratterizzato da un generico deficit di empatia ed è incapace di leggere il mondo attraverso le sensazioni deli altri. Al limite, e qui entriamo ancora nel mondo del business, utilizza gli altri soltanto per raggiungere i propri scopi. Uno dei sentimenti prevalenti è l’invidia sia nei confronti degli altri. Oppure chi è affetto da un disturbo narcisistico della personalità è convinto di essere oggetto continuo di invidia. La persona affetta dal disturbo è inoltre tendenzialmente arrogante e ciò diventa un aspetto molto negativo nel rapporto con i dipendenti. Grida spesso vendetta per le presunte ingiustizie ricevute nel corso della sua vita e mantiene atteggiamenti rabbiosi in diversi contesti.

 

  • Disturbo istrionico della personalità. Questo disturbo ha tratti in comune con il precedente, ma con qualche differenza. Una delle caratteristiche prevalenti è il sentimento di disagio se non si è sempre al centro dell’attenzione: di conseguenza chi vive con questo disturbo fa di tutto e vive per ricevere continuamente attenzione e approvazione. Esprime le emozioni in modo diverso, instabile, superficiale. Esulta eccessivamente per eventi insignificanti, si dispera immotivatamente per motivi incomprensibili e queste emozioni vengono portate all’esterno in maniera plateale. Altra caratteristica si ravvisa nel modo di parlare e rivolgersi agli altri: la persona mostra drammaticità e teatralità in contesti che non lo richiederebbero affatto. Un’ulteriore peculiarità sta nella percezione sballata dei rapporti umani: la persone affetta da disturbo istrionico della personalità, fantastica in modo romantico sugli altri, considera amica una persona sconosciuta (magari una persona famosa), considera una relazione più intima di quello che è. Ma queste persone, per tornare all’argomento, insistendo con continuità in questi atteggiamenti possono anche raggiungere un loro scopo prima e meglio degli altri. Sono invincibili mentalmente.

Un chiarimento e un’altra caratteristica degli imprenditori di successo. Le caratteristiche elencate riguardanti gli ambiti della criminalità, dello spettro autistico e dei disturbi della personalità sono ravvisabili in alcune delle persone di successo e in alcuni imprenditori. Ci sono delle problematiche (che possono risultare a essere dei vantaggi) che accomunano chi raggiunge determinati risultati. Con questo però non si vuole affatto incoraggiare chi ha intrapreso una carriera criminale a continuare su questa strada e non si vuole certo dire a chi soffre di determinati disturbi di non rivolgersi a specialisti per trovare una cura.

E, si aggiunge, nemmeno si vuole tracciare un confine netto tra chi soffre di determinati disturbi e le cosiddette persone sane; anche perché ognuno di noi ha i suoi problemi e i suoi conflitti mentali. Ma una domanda si pone. Se non si rientra nelle caratteristiche di cui sopra, si potrà comunque essere immuni dal giudizio e dai comportamenti altrui e raggiungere il successo? La risposta è sì, si potrà comunque raggiungere un successo in tutti i campi. A nostro avviso esiste un unico modo per diventare impermeabile alle critiche e al giudizio altrui e di conseguenza provare a raggiungere grandi risultati. Qual è? Bisogna rifuggire dalla mediocrità, ricercare un ideale, un punto di riferimento da raggiungere, uno scopo alto. Se non si lavora così, il dolore che si riceve dal giudizio degli altri non potrà mai essere bilanciato da lauti guadagni.

Bisogna necessariamente dedicarsi alla ricerca di un ideale superiore, che è soggettivo per ognuno di noi e non sempre ha a che fare con l’ambito spirituale. Molte delle persone che hanno successo vogliono e tentano di cambiare il mondo con i propri servizi, i loro prodotti. Non è beneficenza perché la ricerca o il raggiungimento di uno scopo nobile può tranquillamente coincidere con l’ottenimento di vantaggi e guadagni. Detta diversamente, si può conservare una voglia di fare business traendone profitti anche aiutando gli altri. Tutto ciò aiuta indubbiamente a superare dolore e sofferenza che si riceverà nel rapporto con gli altri.

Elon Musk vuole sicuramente lasciare un segno o un’impronta nella storia del mondo. Altri vorranno essere riconosciuti. Che si migliori o meno il mondo, che si voglia trovare un riconoscimento in un contesto globale o locale (anche nel proprio microcosmo), ha un’importanza relativa. L’importante, per avviarci alla conclusione, è avere uno scopo più grande rispetto all’essere rinchiusi a lavorare nella piccola bottega per la pura sopravvivenza. Le persone delle quali stiamo parlando – quelle che ricercano un ideale – sono impermeabili alle critiche perché hanno un bene superiore da raggiungere.

Non tutto è filantropia però e non si sta asserendo che l’imprenditore sia sempre un benefattore. Chi fa impresa deve tuttavia avere nella propria attività anche un minimo di cinismo, quello che consente di prendere decisioni impopolari, spesso nei confronti dei dipendenti. Dedicare la vita ad un grande progetto è quindi il modo più onesto e serio per raggiungere il successo nel proprio campo. L’imprenditore può essere pagato alla grande rispettando le persone (i dipendenti, i soci), le promesse (nei confronti del cliente), e raggiungendo uno scopo nobile.